Too much time since my last post ... I know no one cares but I promise I will add some reports from my latest trips soon. For the moment a picture of the "newbie".
Monday, December 12, 2011
Thursday, March 12, 2009
Winter part 1
It' been a while since I wrote something on my blog ... and I had things to write! We had a snowy winter this year, nothing exceptional, but a little more snow than usual, especially one ~60 cm one, a sugary one, followed by some bright days. Fantastic. I climbed over mount Giarolo on the following Sunday and I was sure I was about to live a fantastic day. And that was indeed! blu sky, fresh powdery snow, it has been a slog to reach the top, but I've been rewarded by a stunning 360 panorama. I promise I'll say more and post more photos, for the moment ... enjoy this ones. See you soon.
Tuesday, January 6, 2009
Lost in the fog
Sicuramente qualcuno pensa che andare in bici con la nebbia sia pericoloso... si, un po lo e' ... le macchine .... due volte quest'anno mi e' capitato, una di queste era una salita al passo San Fermo, uno dei panorami piu' belli della mia zona. Quando e' sereno da li si vede il mare, o comunque c'e' una vista a 360 gradi tra Antola, Val Borbera, Val Vobbia, il mare se e' sereno ... ma quando c'e' nebbia ...
Fino al bivio per il passo la visibilita' era buona, scendo dalla strada verso destra, attraverso il ponte sul Borbera, passo di fianco a Rosano, tra il paese ed il torrente, in leggera salita poi la strada ricavata tra la parete della valle ed il greto del Borbera scende leggermente, si gira a destra costeggiando un torrentello e si comincia a risalire dolcemente.
Passare di qui a primavera e' diverso, la portata d'acqua e' maggiore, l'acqua che nelle pozze delimitate dalle rocce levigate riflette il verde dei boschi o il blu del cielo. Oggi invece il cielo e' grigio, gli alberi spogli, un po' spettrale, silenzioso, una di quelle situazioni in cui ti aspetteresti che qualcosa - che ne so, un lupo - ti si materializzasse dal nulla.
Piu' salgo meno ci vedo, sempre meno, sempre meno . Nebbia o nuvole basse, non lo so. Ho fatto questa strada molte volte, la conosco, ma percorrerla senza avere nessun elemento oltre alla strada stessa a disegnarla e' singolare, astratto. Non c'e' paesaggio, non c'e' piu' la valle, e' solo la strada.
Arrivare a Dova e svoltare a destra, non perche' e' chiaro cha e' direzione giusta da prendere, ma solo perche so che devo andare da quella parte, quasi come atto di fede, poi alberi visti all'ultimo momento, curve, il rumore delle ruote sul terreno.
La discesa, poi, fatta con gli occhi e con la memoria, umida e fredda, le goccioline che si fermano sugli occhiali, che ora mi servono solo per il vento, ma non vedo quasi nulla. Ed arrivati in fondo, riecco un mondo fatto di forme e profondita', non piu' una bolla di 10 metri.
Il percorso
Fino al bivio per il passo la visibilita' era buona, scendo dalla strada verso destra, attraverso il ponte sul Borbera, passo di fianco a Rosano, tra il paese ed il torrente, in leggera salita poi la strada ricavata tra la parete della valle ed il greto del Borbera scende leggermente, si gira a destra costeggiando un torrentello e si comincia a risalire dolcemente.
Passare di qui a primavera e' diverso, la portata d'acqua e' maggiore, l'acqua che nelle pozze delimitate dalle rocce levigate riflette il verde dei boschi o il blu del cielo. Oggi invece il cielo e' grigio, gli alberi spogli, un po' spettrale, silenzioso, una di quelle situazioni in cui ti aspetteresti che qualcosa - che ne so, un lupo - ti si materializzasse dal nulla.
Piu' salgo meno ci vedo, sempre meno, sempre meno . Nebbia o nuvole basse, non lo so. Ho fatto questa strada molte volte, la conosco, ma percorrerla senza avere nessun elemento oltre alla strada stessa a disegnarla e' singolare, astratto. Non c'e' paesaggio, non c'e' piu' la valle, e' solo la strada.
Arrivare a Dova e svoltare a destra, non perche' e' chiaro cha e' direzione giusta da prendere, ma solo perche so che devo andare da quella parte, quasi come atto di fede, poi alberi visti all'ultimo momento, curve, il rumore delle ruote sul terreno.
La discesa, poi, fatta con gli occhi e con la memoria, umida e fredda, le goccioline che si fermano sugli occhiali, che ora mi servono solo per il vento, ma non vedo quasi nulla. Ed arrivati in fondo, riecco un mondo fatto di forme e profondita', non piu' una bolla di 10 metri.
Il percorso
For sure cycling with the fog is somewhat dangerous, yeah .. cars ..... in one of these days I went to San Fermo pass. Funny that from this spot you can see one of the best 360 panorama between Val Borbera and Val Vobbia, mount Antola, the sea when the sky is clear, but today ...
Down in Val Borbera, the sky was just cloudy, but the visibility was fine, so I go right, cross the bridge over Borbera. The tiny road finds its space betwen the rriver and the mountain, then right along a side valley.
In Spring this place is totally different, the creek has much more water and in a sunny day, the water that fills the waterholes reflects now the trees, now the sky. Today the sky is grey, no leaf on the trees, everything dark and grey, creepy, ghostly. one situation where you'd expect that a wolf could show up from nowhere (OK, exagerating here ...)
The higher I climb, the less I see, and less and less. Fog or clouds, cannot tell, thruth is that I cycled this road many times, but never felt like this: nothing except the road; it is strange, an abstraction. Nothing else can be seen. When I get to Dova, I turn right noit because I can see that the pass is in that direction, but just because it is something I know, the res is only corners I see first with the immagination rather than with the eyes, trees, the wheels on the badly paved road. The downhill is kinda creepy thou, my glasses are almost useless, good just for the wind but, but I can barely see. And then, down there, I come back to a 3D world, nout just a grey 10 meters bubble.
The route
The route
Thursday, January 1, 2009
Friday, December 26, 2008
November 15
L'autunno si presenta in molte maniere, ci sono giornate fredde e nebbiose, ci sono giornate assolate, fredde al mattino, ma tiepide durante il giorno, a volte vento. A meta' Novembre ho avuto la fortuna di trovare una di queste giornate ideali e sono salito a Capannette dalla parte di Cabella, la piu' assolata.
Me ne sono andato tranquillo su x la Val Borbera, mentre sentivo il caldo che aumentava, poi, come ho iniziato la salita vera e propria, mi sono trovato un forte vento contro, che sollevava le foglie facendomele turbinare addosso, ma non era troppo freddo, la salita aiuta a manetenrsi caldi. Ho osservato le sponde della valle irsute di alberi ormai spogli, con la luce che li definiva perfettamente ...
... ho osservato i colori, tutte le tonalita' del giallo e del rosso, mentre le conifere verdi spiccavano ancora di piu', ....
ho scrutato le nuvole che scendevano veloci dall'Ebro, per vedere se per caso una annunciasse pioggia.
Per fortuna tutte nuvole bianche che si dissolvevano subito appena superata la cresta. In tutto questo straordinariamente solo, solo il mio respiro e quello del vento.
Il contrasto dei colori acentuato dalla luce e dall'aria tersa dava un aspetto particolare, molto diverso dalle giornate estive quando la luce sovrasta tutto il resto. Arrivato su, mi sono coperto e sono rimasto un pochettino al riparo a godermi quella che poteva essere la mia ultima gornata dell'anno quassu'. Da un'auto e' scesa una famiglia, padere madre e una bambina che si sono erano qui per passeggiata, anche loro evidentemente non potevano lasciarsi scappare una giornata cosi'.
Me ne sono andato tranquillo su x la Val Borbera, mentre sentivo il caldo che aumentava, poi, come ho iniziato la salita vera e propria, mi sono trovato un forte vento contro, che sollevava le foglie facendomele turbinare addosso, ma non era troppo freddo, la salita aiuta a manetenrsi caldi. Ho osservato le sponde della valle irsute di alberi ormai spogli, con la luce che li definiva perfettamente ...
... ho osservato i colori, tutte le tonalita' del giallo e del rosso, mentre le conifere verdi spiccavano ancora di piu', ....
ho scrutato le nuvole che scendevano veloci dall'Ebro, per vedere se per caso una annunciasse pioggia.
Per fortuna tutte nuvole bianche che si dissolvevano subito appena superata la cresta. In tutto questo straordinariamente solo, solo il mio respiro e quello del vento.
Il contrasto dei colori acentuato dalla luce e dall'aria tersa dava un aspetto particolare, molto diverso dalle giornate estive quando la luce sovrasta tutto il resto. Arrivato su, mi sono coperto e sono rimasto un pochettino al riparo a godermi quella che poteva essere la mia ultima gornata dell'anno quassu'. Da un'auto e' scesa una famiglia, padere madre e una bambina che si sono erano qui per passeggiata, anche loro evidentemente non potevano lasciarsi scappare una giornata cosi'.
Autumn can offer very different days, the foggy and cold ones, but also sunny days, cold in the morning, but warm as soon does its job, sometimes wind days. In one like this, mid November, I decided it was worth going to Capannette on the Cabella side, the sunniest one. I went nice and easy up Val Borbera, and just when I started the real climb, I was hit by a strong frontwind, a wind that lifted dead leaves and spit them right in my face, that gusted through the woods making them speak to me, but it wasn't cold at all and the climb helped to keep me warm .. even too warm. I saw the valley sides with naked trees, I saw the colors of autumn, with all the shades of yellow and red, with the green conifers sparkling. I peered at the clouds rolling from The mountains, to see if someone was a messenger of rain, luckily all snow white, dissolving as the surpassed the crest. In all this I've been extrordinarily alone, just my breath and the wind gusting. The colours were really well defined, not like in the summer days when the sunlight overwhelmes everything. As I got uphill, I weared some more clothes and enjoyed what coul have been my last day of the year here. A car came by, with a family (father, mother and little daughter) that had my same feeling: can't waste a day like this.
Monday, December 8, 2008
what a day!
Monte Chiappo, Domenica 7 Dicembre ... tra mari e monti: che giornata!
E che cosa altro posso dire ... guardate le foto, parlano da sole, da un aparte il mare, dall'altra le alpi.
Mount Chiappo, Sunday Dec. 7: sea and mountains!
What else could I say, have a look at the picture, they speak by themselves! South, the sea, north the Alps.
E che cosa altro posso dire ... guardate le foto, parlano da sole, da un aparte il mare, dall'altra le alpi.
Mount Chiappo, Sunday Dec. 7: sea and mountains!
What else could I say, have a look at the picture, they speak by themselves! South, the sea, north the Alps.
Thursday, October 23, 2008
Off road!!!
Anche un sacco di percorsi per MTB nella mia valle. per chi conosce i sentieri e le strade dei boschi, ci sono mille varianti, ma ci sono anche percorsi segnati nei quali non ci si puo' perdere. Per esempio, se arrivate a Caldirola, si puo' salire fino alla vecchia colonia, proseguendo oltre il villaggio "La gioia" e poi intrufolarsi nel bosco di faggi.
La strada e' agevole, senza nessun problema anche per un biker imbranato come me, solo in un paio di punti devo spingere la bici, perche' si imbizzarrisce e cerca di disarcionarmi. Sono sempre nel bosco di faggi, ricordo di aver fatto per la prima volta questo percorso molti molti anni fa ... ero un bambino, aveero' avuto otto, nove anni ... per andare al Rifugio Orsi, allora una vecchia capanna con tetto di lamiera. Man mano che vado avanti mi vengono in mente i momenti di quel giorno. Adesso qusi tutti passano da Salogni, m a una volta questo era l'accesso principale ...mi ricordo ancora bene di quella volta: ero un bambino indipendente e sono praticamente arrivato da solo, seminando i miei genitori, che non erano neanche troppo preoccuapati, li avevo abituati alle mie "fughe". Ricordo ancora i passaggi, quando si esce dal bosco ....
quando si cominciano ad attraversare delle radure in cui pascolano gli animali, la strada diventa sentiero ..
..il rifugio orsi ...a pensare come era allora, poco piu' che una baracca, un vero rifugio, adesso mi sembra fin troppo lussuoso.
Dopo il rifugio la strada e' ampia, sale ancora un po' e poi discesone dritto dritto, un po' accidentato, ma veloce. Mi devo fare largo tra le mucche per raggiungere la fontana ...
... scendo a Salogni sulla strada asfaltata, da Salogni c''e una strada che torna a Caldirola (questa non e' segnata) poi da qui si puo' dirigersi di nuovo nei boschi, e poi sulla cima del Giarolo, da li giu' a Giarolo paese, da li a casa.
Percorso (circa)
La strada e' agevole, senza nessun problema anche per un biker imbranato come me, solo in un paio di punti devo spingere la bici, perche' si imbizzarrisce e cerca di disarcionarmi. Sono sempre nel bosco di faggi, ricordo di aver fatto per la prima volta questo percorso molti molti anni fa ... ero un bambino, aveero' avuto otto, nove anni ... per andare al Rifugio Orsi, allora una vecchia capanna con tetto di lamiera. Man mano che vado avanti mi vengono in mente i momenti di quel giorno. Adesso qusi tutti passano da Salogni, m a una volta questo era l'accesso principale ...mi ricordo ancora bene di quella volta: ero un bambino indipendente e sono praticamente arrivato da solo, seminando i miei genitori, che non erano neanche troppo preoccuapati, li avevo abituati alle mie "fughe". Ricordo ancora i passaggi, quando si esce dal bosco ....
quando si cominciano ad attraversare delle radure in cui pascolano gli animali, la strada diventa sentiero ..
..il rifugio orsi ...a pensare come era allora, poco piu' che una baracca, un vero rifugio, adesso mi sembra fin troppo lussuoso.
Dopo il rifugio la strada e' ampia, sale ancora un po' e poi discesone dritto dritto, un po' accidentato, ma veloce. Mi devo fare largo tra le mucche per raggiungere la fontana ...
... scendo a Salogni sulla strada asfaltata, da Salogni c''e una strada che torna a Caldirola (questa non e' segnata) poi da qui si puo' dirigersi di nuovo nei boschi, e poi sulla cima del Giarolo, da li giu' a Giarolo paese, da li a casa.
Percorso (circa)
There are also a lot of MTB tracks were I live. If you are familiar with the woods, the possibilities are almost infinite, but also of you're new to this neighborhood, you can have fun. An easy one (I did it without any problem, and I suck off road), is the one from Caldirola to Rifugio Orsi. When you get to Caldirola, go on, towards "La Gioia" village, and then go straight, when the paved road ends, you'll see a gavel road going in the woods. The road is very easy, there just a couple of sections that are to steep to ride, the rest is relaxing, quiet, fresh in the beech forest. I clearly remember the first time I've been here, I think I was 8, I was going to the dew with my parents. I walked almost all the way by myself, I was a very independent child, and I got to destination well before them. They were not too worried about, they were used to see me disappear ...Now most of the people come to the dew from another direction, much simpler, shorter, so I'm almost alone in here. You're almost halfway when the road becomes a single track and meadows start to appear, populated by cows during summer. Rifugio Orsi now seems like a hotel, I remember the old one, a real shelter, this is too luxury, I'm still fond to the old one. After rifugio Orsi the road is wide a fast downhill,there's water at the end. For here I go to Salogni on a paved road, then back to Caldirola off road (this is not signaled thou), Form Caldirola climb Mount Giarolo, also here finding the right road is quite tricky, there's no sign, so ... just ask someone!, then Giarolo (the village) and - from there - 3300 ft downhill 'till home.
The route (not exactly the same I did..)
The route (not exactly the same I did..)
Friday, September 19, 2008
Vegni
Nel post precedente ho parlato di questa parte della val Borbera un po' "fuori dal mondo" ... ma sono io che esco un po' dal modo quando mi addentro da queste parti, per entrare qui si attraversa una piccola gola, che nasconde questo angolo da quello sicuramente piu' frequentato che porta a Capannette di Cosola. E' uno di quei passaggi che ti danno la sensazione che potrebbe esserci qualsiasi cosa dall'altra parte, ma non se ne accorgerebbe nessuno. Non pensiate di trovare cose mirabolanti, e' tutto eccezionalmente normale, ma l'insieme cattura.
Appena varcato l'ingresso si vede un paese sulla montagna di fronte. Vegni. La strada sul fondovalle e' obbligata, si procede oltre il bivio per Agneto, si passa il ponte e poco dopo si sovlta a destra. la strada scende per attraversare il greto di un torrente su un quasi improvvisato ponticello, dopo di che la strada si impenna, come a comunicarti che non sei il benvenuto, che se vuoi proprio passare di li te lo devi guadagnare. Strada stretta, il primo tratto ripido, poi gradualmente meno. Sul versante opposto spunta Agneto tra le piante. Prima siamo alla sua stessa altezza, poi siamo piu' alti noi, poi sempre piu' alti ....
..... usciamo dal bosco di castagni, alcuni secolari, poco prima di arivare in paese, che - per assecondare il profilo della montagna, e' diviso in due borghi. La strada lo raggiunge proprio in mezzo.
Giro a destra verso la chiesa. Il paese e' molto ordinato e d'estate molto vivace, mi colpisce una picola edicola con una raffigurazione di Sant'Antonio. Semplice come la genuinita' di questi posti.
Il percorso
..... usciamo dal bosco di castagni, alcuni secolari, poco prima di arivare in paese, che - per assecondare il profilo della montagna, e' diviso in due borghi. La strada lo raggiunge proprio in mezzo.
Giro a destra verso la chiesa. Il paese e' molto ordinato e d'estate molto vivace, mi colpisce una picola edicola con una raffigurazione di Sant'Antonio. Semplice come la genuinita' di questi posti.
Il percorso
In the last post, I introduced you to this valley that lies out of the world ... well, it's more correct to say that going out of the real world is my state of mind.
To get here, you pass through a small gorge that hides this valley form the well known one that goes up to Cappannette di Cosola. It's like this gate shelters everything that happens here from what will happen outside. You'll not find anything so special per se, but the complex is magic, it's like you and a real writer using the same word ... the result cannot be the same (see picture above).
As soon as you pass the gate, you can see a village in the mountain in front of you. Vegni. There's just one possible road for the moment, the same one that goes to Agneto, but instead of turning right, you cross a bridge and then go right. There's another bridge, a small one, without guard rails, and just after that the road looks to the sky. Steep, like saying that we're not welcome and if we really want, we'll have to earn every meter. The road, narrow, surrounded by ancient chestnut trees becomes more friendly as we go. (see picture above) Agneto is on the opposite side of the valley, we can guess the altitude as it gets farther and farther. Finally we come out of the woods, Vegni on sight (see picture above). The village is nice, almost populated during summer (but in winter ...) Can't help noticing a small Sant'Antonio painting on a wall. Simple and inspiring like these places. (see picture above)
The route
The route
Friday, September 12, 2008
Agneto
C'e sempre un buon motivo per andare in nell'alta Val Borbera. Ci sono stato moltissime volte, non le saprei contare, ma ogni volta c'e' un senso di nuovo, mai noia, mai questo l'ho gia' visto. Da San Sebastiano, la via piu' facile e' salire a Dernice, facile facile, dolce dolce, ideale come "colazione" e poi proseguire sul fondovalle .. ecco se non ci fosse il vento forte in faccia sarebbe anche meglio, ma non si puo' avere tutto .... si passano tutti i paesi, si rimane sulla strada principale fino al bivio per capanne di Carrega e ci si dirige verso quest'ultimo. La strada scende, attraversa un ponte e poi risale, ma ben presto si accomoda sul fondovalle. Qui e' fantastico, la strada scorre tra i boschi, accostata alla montagna, quasi si fosse alle porte di un mondo diverso, con un diverso concetto del tempo. La valle e' stretta e verde verde, ci sono un sacco di posti deliziosi verso cui dirigersi. Oggi Agneto e poi San Fermo. Dopo qualche Km si svolta a destra, si sale tranquillamente fino ad Agneto, un grosso borgo (famoso per il pane e salame, ma questa e' una lunga storia) di queste parti. Appena prima della chiesa c'e' una stradina che sale sulla destra (se serve acqua, proseguite sulla strada principale ancora circa 150m). Lasciata la strada principale si sale decisamente, strada strettissima, tornanti, non capisco neanche bene perche' sia stata asfaltata. Panorami si aprono e si chiudono, ecco Daglio, ecco Campassi, l'Antola e' dietro le nuvole.
Ad una certo punto la strada e sterrata, ma rugginella ce la fa (anche se con qualche difficolta quando ci sono troppi sassi).
Ogni tanto mi fermo, dove il bosco di querce diventa meno fitto, a vedere il panorama giu' sotto. In questo tratto non ci sono pendenze impegnative, la strada si impenna solo verso il punto in cui si scollina, breve discesa e ci si ricongiunge con la la strada che sale verso San Fermo.
Il vento qui e' fortissimo, difficile stare in bici.
Mangio qualcosa e poi via verso casa, scendendo da Dova e poi Cabella ed indietro. Anche questa discesa mi piace un sacco, ci incontro anche un cinghiale, fermo sul ciglio della strada, che non mi sente. Gli arrivo vicinissimo, ma quando sono a qualche metro freno cosi' che si accorga di me. Lui scatta nel bosco in una nuvola di polvere. Mi piacciono i cinghiali (in ogni senso ..ehehehe).
Il percorso
Ad una certo punto la strada e sterrata, ma rugginella ce la fa (anche se con qualche difficolta quando ci sono troppi sassi).
Ogni tanto mi fermo, dove il bosco di querce diventa meno fitto, a vedere il panorama giu' sotto. In questo tratto non ci sono pendenze impegnative, la strada si impenna solo verso il punto in cui si scollina, breve discesa e ci si ricongiunge con la la strada che sale verso San Fermo.
Il vento qui e' fortissimo, difficile stare in bici.
Mangio qualcosa e poi via verso casa, scendendo da Dova e poi Cabella ed indietro. Anche questa discesa mi piace un sacco, ci incontro anche un cinghiale, fermo sul ciglio della strada, che non mi sente. Gli arrivo vicinissimo, ma quando sono a qualche metro freno cosi' che si accorga di me. Lui scatta nel bosco in una nuvola di polvere. Mi piacciono i cinghiali (in ogni senso ..ehehehe).
Il percorso
There's always a good reason to go in the upper Val Borbera. I've been there so many times I cannot count them, but still every time I feel like there' something different. From San Sebastiano, the easiest way is to go to Dernice, nice and easy, easy and nice, it's a good "breakfast" climb, then you go down to Val Borbera, then up to valley, following the main road until you get to the deviation towards Capanne di Carrega. Today a strong headwind makes it more difficult, but .... . After the deviation, a short downhill, bridge, then up, but after 200m the road is almost flat, on the bottom of a V-groove valley, shadow, a sense of wilderness, like these were the gates of a separate world, with a different concepts of time. There are lot a nice places here where you may want to go, today, I'm off to Agneto and then San Fermo pass. After a few km there is the deviation to Agneto, road goes suddenly up, but don't get scared, it's quite easy 'till Agneto, a beautiful village that in my mind is always associated with "bread and salame" (too long to explain). Just before the church, there is a narrow road on the right (if you need water, follow the main road for another 150m or so, water on the right). OK, here the road is steep, narrow and dirty, landscape is fascinating, Daglio, Campassi there, the mountains, mount Antola obscured by clouds today (see picture above). Then the road is no longer paved, but Rugginella can manage it (well ... almost, when it's not too rocky). Sometimes I stop where the oaks are less impenetrable, to have a look at the valley below. (see picture above) After the summit, the road is unpaved for another short section and connects to the paved one just before the pass. (see picture above) Today it is so windy that makes cycling even dangerous, time to stop, eat something and go back home, through Dova and Cabella. In the downhill I met a boar. he doesn't see or smell me, so I can get close when I suddenly brake so that h knows I'm here. As soon as he understands what's going on, he disappears in a cloud of dust. I like boars (in every meaning of the word :))
The route
The route
Thursday, September 11, 2008
Mount Lesima
Un giorno caldo e un velo di foschia non sono il miglior viatico per il giro del Lesima, ma ormai la decisione e' presa. Siamo a Settembre, quest'anno non l'ho ancora fatto e nessuno ci assicura che il tempo si mantenga. La prima parte, fino al passo del Brallo e' abbastanza monotona. Risalire la valle fino a Fabbrica, prendere per Varzi. Due Km di salita, discesa fino a Varzi, dirigersi al Brallo. E' una salita lunga, ma con pendenze facili, il panorama non e' male, ma decisamente non e' una delle mie preferite. Dal passo del Brallo si prende verso Cima Colletta, ma si svolta subito a sx verso Zerba. OK, diciamo che il giro comincia qui, fino ad ora era una tappa di trasferimento. La strada all'inizio e' in saliscendi, panorama sulla Val Trebbia, la sagoma del Lesima si avvicina pian piano, lunghi tratti in mezzo alla pineta.
Il Lesima e' un monte dal profilo abbstanza irregolare, sicuramente piu' famoso per la enorme palla da golf che ci hanno piazzato in cima. Si tratta di un radar. C'e' anche una strada che la raggiunge, qualche volta ci sono salito, ma niente di eccitante, due Km di muro dalla strada che congiunge Cima Colletta al passo del Giova'. Torniamo a noi. La strada e' riposante fino a Corbesassi, un bel borgo su cui vigila il campanile della chiesa.
Da li si sale in maniera regolare a tornanti (ahime' assolati) fino ai piani del Lesima. Mi getterei nella piscina dell'albergo. Per fortuna che adesso ci si infila nel bosco fitto fitto di faggi, stradina stretta, disegnata per una bici, un gioiello.
Non manca molto, tra poco saremo in un vasto prato, proprio sotto la palla, dove c'e' un bell'albero che ci aspetta per pranzo, con vista sul Penice.
Da qui a Zerba e' discesa su strada stretta. Una bella discesa, ommeglio, a me cosi' piacciono un sacco: ripide, strette, curve a non finire, tornanti stretti. Solo non ci fosse ogni tanto quello sfrigolio di ghiaietta che ti tende agguati approfittando del gioco di luci ed ombre .... che suono inquietante. Insomma, attenti, ma godetevela!
Il Lesima e' un monte dal profilo abbstanza irregolare, sicuramente piu' famoso per la enorme palla da golf che ci hanno piazzato in cima. Si tratta di un radar. C'e' anche una strada che la raggiunge, qualche volta ci sono salito, ma niente di eccitante, due Km di muro dalla strada che congiunge Cima Colletta al passo del Giova'. Torniamo a noi. La strada e' riposante fino a Corbesassi, un bel borgo su cui vigila il campanile della chiesa.
Da li si sale in maniera regolare a tornanti (ahime' assolati) fino ai piani del Lesima. Mi getterei nella piscina dell'albergo. Per fortuna che adesso ci si infila nel bosco fitto fitto di faggi, stradina stretta, disegnata per una bici, un gioiello.
Non manca molto, tra poco saremo in un vasto prato, proprio sotto la palla, dove c'e' un bell'albero che ci aspetta per pranzo, con vista sul Penice.
Da qui a Zerba e' discesa su strada stretta. Una bella discesa, ommeglio, a me cosi' piacciono un sacco: ripide, strette, curve a non finire, tornanti stretti. Solo non ci fosse ogni tanto quello sfrigolio di ghiaietta che ti tende agguati approfittando del gioco di luci ed ombre .... che suono inquietante. Insomma, attenti, ma godetevela!
Sorpresa a Zerba: no acqua. Questo non ci voleva, fa caldo e ci contavo assolutamente. Non moriro' di sete, non oggi (davvero? sicuro?), ma la'rsura si fa sentire. Adesso si sale, da qui a Pey la strada da solo uno strattone, il resto e' facile. La vegetazione della Val Boreca (e' una valle laterale della Val Trebbia) e' incredibimente rigogliosa, tutto il versante di fronte a noi e' un bosco unico, in cui si notano solo due borghi.
Non posso fare a meno di pensare come fosse la vita di quelle comunita', assolutamente isolate quando da queste part l'inverno era rigido e la neve un muro, e per settimane magari non si poteva lasciare il paese. Cerco di immaginare la vita di questi uomini formica, come d'estate si lavorasse in vista dell'inverno, di come l'inverno potesse essere lungo e la primavera un traguardo. Sicuramente per lor non era nulla di epico, semplicemente le cose stavano cosi'. A Pey trovo acqua. Menomale, adesso mi serviva proprio, altrimenti l'ultimo tratto di salita, piu' ripido dei precedenti, lo avrei patito. Si puo' scendere verso la Valle Staffora, divertente anche questa, bisogna solo stare attenti ad alcune curve cieche, anche questa e' una bella discesa nervosa. A Casanova, salita versi Cignolo-Castellaro, corta, ma anche questa a volte si fa sentire. Da li Cella e poi casa. Probabilmente il caldo, ma oggi sono stanco.
Il percorso
Non posso fare a meno di pensare come fosse la vita di quelle comunita', assolutamente isolate quando da queste part l'inverno era rigido e la neve un muro, e per settimane magari non si poteva lasciare il paese. Cerco di immaginare la vita di questi uomini formica, come d'estate si lavorasse in vista dell'inverno, di come l'inverno potesse essere lungo e la primavera un traguardo. Sicuramente per lor non era nulla di epico, semplicemente le cose stavano cosi'. A Pey trovo acqua. Menomale, adesso mi serviva proprio, altrimenti l'ultimo tratto di salita, piu' ripido dei precedenti, lo avrei patito. Si puo' scendere verso la Valle Staffora, divertente anche questa, bisogna solo stare attenti ad alcune curve cieche, anche questa e' una bella discesa nervosa. A Casanova, salita versi Cignolo-Castellaro, corta, ma anche questa a volte si fa sentire. Da li Cella e poi casa. Probabilmente il caldo, ma oggi sono stanco.
Il percorso
A hot and misty day is not the best to go to Mount Lesima, but I already made up my mind. It's September, never went there this year, and no one can guarantee that weather will be fine for long (Still remember May looking like November this year). Till Passo del Brallo, this route is not memorably: up the valley to Fabbrica, then Varzi, then up to Passo del Brallo, long ascent, but very easy. once left Brallo towards Cima Colletta, turn left, following the ZERBA sign. There you go: the road and the feelings change immediately (see picture above), Val Trebbia on your left, mount Lesima in front of you (the one with the big white ball, which is actually a radar station). There's a road that goes up there, from the Cima Colletta side, but - to me - just 2 steep km and nothing else, back to bedrocks: the road goes almost flat in the pine forest 'till Corbesassi (see picture above), then sunny switchbacks to Piani del Lesima. I wish I dive in the hotel's swimming pool, it's so hot today. Luckily at this pooint the road dives deep in the beeches, a narrow road, steep road, beatiful road (see picture above) that ends in the meadows just below the mount summit(see picture above). From here is downhill to Zerba, a funny one, but take care, the road is always gravel dirty, shadow and light, you never know what is behind a curve or what happens when you brake (see picture above). Surprise in Zerba: no water where I was supose to find it. Damn, I'm not gonna die (you sure?), but I'm gonna be desert thirsty soon. the first km, up to Pey are quite easy, plus the landscape is amazing. Val Boreca, the one we're in now, is almost wild, just a couple of villages pop uf from the forest (see picture above). I cannot help tinking about the life there in the past times, how hard would it have been. And during winter, when snow blocked everything for days or weeks. I try to imagine how they spent summer working to pas winter and the feelings when next spring came in ... we made it. Surely nothing epic for them, simply it was how things were supposed to go, nothing special, nothing else. In Pey I find water, thanks God, I cannot imagine how i could have done the last Km without it. These are steep, a real climb, without water it would have been really difficult.
Another exciting downhill to Casanova, then up to Cignolo and Castellaro (uh ... steep again). Then Cella, then home. It might just have been a hot day and the dehidratation, but today I'm sincerely shattered.
The route
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